Ricordo con piacere e con affetto quell’estate in cui conobbi Francesco Niccolini alla Scuola Europea dell’Arte dell’Attore a San Miniato (Pisa) ed al lavoro fatto insieme (lui docente, noi discenti) su Galileo.
Un lavoro di ricerca storica minuziosa, attenta, maniacale, fatta di testi, riscontri, ricerca delle fonti, episodi, verifiche. Il suo lavoro è molto di più ma ciò che provocò fu una sete di ricerca del vero che invase tutti quanti noi. La voglia di far partire ogni testo o azione scenica dal vero. Dalla verità. In memoria della verità e per il rispetto dei fatti accaduti e delle persone che li hanno vissuti.
Con lo stesso piacere, ricevendo la mail di Francesco che annuncia il suo nuovo libro, diffondo volentieri queste essenziali informazioni che spero possano far venir sete di conoscere questa storia, vera, drammatica, sminuita, occultata, dimenticata e insabbiata.
Uno dei tanti episodi in cui lo stato criminale non difende né il territorio né i cittadini perdendo il senso stesso della propria esistenza.
9 ottobre 1963, confine tra Veneto e Friuli-Venezia Giulia. Poco dopo le dieci e mezzo di sera260 milioni di metri cubi di roccia si staccano dal Monte Toc e precipitano nel bacino artificiale della diga del Vajont, provocando un’onda gigantesca che scavalca la struttura e travolge i paesi di Erto, Frassen, San Martino, Col di Spesse, Patata, Il Cristo, Casso, Pineda, Longarone, Codissago, Castellavazzo, Villanuova, Pirago, Faè e Rivalta. I morti sono quasi duemila, pochissimi i feriti.
A 50 anni di distanza, la ricostruzione di una delle tragedie più annunciate e denunciate della storia italiana: il genocidio di un’intera comunità, provocato dalla mano criminale di una classe industriale senza scrupoli e da uno Stato incapace di difendere il territorio e i suoi cittadini.
GLI AUTORI
Francesco Niccolini collabora con Marco Paolini dai tempi della versione TV del Vajont e con lui ha realizzato Il Milione, Parlamento chimico, il Teatro civico, La guerra grande dell’Arno e ITIS Galileo. Ha scritto testi per molti attori del teatro italiano, da Sandro Lombardi ad Anna Bonaiuto, da Arnoldo Foà a Massimo Schuster. Da alcuni anni, insieme a un giovane narratore brindisino, Luigi D’Elia, sta lavorando affinché i loro spettacoli generino un bosco in una terra confiscata alla mafia, nel quartiere Paradiso di Brindisi: questo è diventato il Bosco in Paradiso. Con BeccoGiallo ha già pubblicato Enrico Mattei. Vita, disavventure e morte di un cavaliere solitario (2012). Ha pubblicato anche con Einaudi, Manni, Scienza Express e Titivillus.
Duccio Boscoli è nato a Ferrara, dopo il diploma in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna e al Conservatorio di Musica di Bologna, si trasferisce a Milano, dove vive e lavora.