Cattivissimo me 2 è assolutamente da vedere. Non soffrendo per nulla la “sindrome da secondo episodio” può essere tranquillamente visto anche conoscere il primo episodio (ho avuto infatti il privilegio o l’azzardo di vederlo prima di “Cattivissimo Me” titolo italiano per “Despicable me”).
Con una trama leggera e semplice, facilmente seguibile dal baby-pubblico, tiene impegnati alla risata anche gli adulti. I pezzi forti sono le tre piccole figlie di Gru e i Minion. Nelle prime infatti il divertimento arriva attraverso una forte caratterizzazione del personaggio non solo per diversità anagrafica (dalla più piccola alla quasi adolescente) ma sopratutto per via di un minuzioso lavoro di grafica e letteratura. Un esempio? In una sequenza solo accennata, la piccola Edith gioca a ping-pong con il Nunchaku proprio come Bruce Lee. Il loro comportamento realistico nelle sequenze in cui esprimono emozioni. E potremmo proseguire per molto ma non siamo qui per questo.
Quello che è interessante è anche il meccanismo opposto, un meccanismo che solo(?) il film d’animazione permette. Per decenni siamo stati abituati all’idea che per ridere ci serva il caratterista, il comico. Quello che con la sua maschera, espressione, peculiarità, caratterizzazione, forte tipizzazione del personaggio, ci faccia ridere. Essere “normali”, “uniformi”, “piatti” o addirittura belli è un grosso ostacolo alla comicità. Questo tipo di stereotipo molto in voga ancora oggi presso agenzie e casting director, viene smontato dai Minion (che anticipano anche il casting a fine film) : sono tutti uguali, copie di se stessi a centinaia e sono quelli che ci fanno ridere tanto che vorremo quasi il film fosse fatto interamente da loro.
Il minion messo in costumi e situazioni diverse è comico, irresistibile, divertente e sopratutto catartico.
Ricordo un ultimo dell’anno passato in teatro in cui dopo lo spettacolo mentre si mangiava sul palco, Paola Tiziana Cruciani fece un brindisi in cui ci augurò per il nuovo anno di riuscire a mettere in pratica il metodo “Esticazzi”. Tutti abbiamo problemi, abbiamo a che fare con persone incompetenti, maleducate, truffaldine, tutti abbiamo la giornata storta… ma invece di rovinarci la vita e il fegato e vivere in ansia e depressi dovremmo scrollare le spalle, farci una risata e dire “esticazzi”! Tempo dopo reincontrai la Signora Cruciani e le dissi “Grazie. A lei e a quel brindisi. Mi hanno rotto il vetro dell’auto per la seconda volta ed io ho applicato il metodo. Adesso lo racconto persino ridendo”.
Questa è la catarsi che ci ricordano Chris Renaud e Pierre Coffin attraverso i minions. Qualsiasi cosa succeda, loro si divertono, scoprono il lato positivo in ogni situazione, estraggono il divertimento dalla tragedia, portano avanti quella risata che salverà il mondo.