L’antimafia non è un’opinione. E’ la base sulla quale si fonda il principio che possano esistere più opinioni.
Allo stesso modo la difesa della mafia ed il supporto ai mafiosi -anche esterno, implicito, non detto, latente e laterale- non sono opinioni ma la base di una mentalità criminale, arretrata, ignorante, becera. Un humus sul quale menti raffinatissime piantano i loro semi di paura e odio, omertà e sopraffazione, silenzio e potere. I semi crescono si fanno pianta, mettono radici, si fanno albero che da frutti e semi da piantare. Ma, come nella terra fuochi, si tratta di alberi malati, frutti marci e puzzolenti, erbe infestanti, portatori di mali e disgrazie, desertificazione e terra bruciata. Questa è la mafia. Mancanza di spazi ove piantare e far crescere qualsiasi cosa, qualcosa di buono. Mancanza di Libertà. Mancanza di scelta. Mancanza di bellezza.
Mafia e antimafia non sono due contrapposte opinioni.
La prima è la mancanza delle condizioni necessarie allo sviluppo della civiltà.
L’altra ne è condizione necessaria (e non sufficiente).
Lo schifo per la mafia, montagna di merda, è il minimo indispensabile, per creare una comunità di persone senzienti e libere. La cultura -che può essere solo dell’antimafia, essendo “cultura mafiosa” un ossimoro- è lo strumento minimo per difendere la libertà. Il vaccino contro la malattia che uccide o storpia, la canna del pescatore, il coltellino svizzero del campeggiatore, l’ascia del boscaiolo, bussola del navigante, stella polare dell’astronomo, frusta e cappello dell’archeologo avventuriero. Non si va da nessuna parte senza. Non si esce neanche di casa senza. Non ha senso la vita senza.
Non andate in giro a dire che la disperazione… ma la fame… la mancanza di lavoro o soldi… lo stato non fa… l’abbandono… il degrado. E’ solo ignoranza. Vi hanno venduto la scatola dell’autoradio e dentro c’è il mattone. Vi hanno fatto il pacco. Vi hanno raccontato una storia non vera.
Non sono forse, le stesse cose elencate come causa della difesa del pensiero mafioso, esse stesse conseguenze della presenza mafiosa? Basta guardare altrove, nei luoghi in cui la criminalità organizzata seppur potente non trova il sostegno delle persone. Vi sono luoghi senza mafia? Non lo so. Di sicuro nella maggior parte dei luoghi del pianeta non è la regola ma l’eccezione. Non il cammino ma la buca su cui si cade. E se non si vuol fare tutta la strada in ginocchio è meglio prendere le precauzioni, le distanze, le dovute misure. Rendersi conto che la via sarebbe anche stata fatta in pregiato parquet o marmoreo mosaico o forse semplicemente asfaltata decentemente se qualcuno non si fosse preso delle tangenti, se non avesse rubato soldi e materiali, se non avesse messo cadaveri nei piloni, se non avesse costruito con sabbia al posto del cemento e rifiuti tossici o radioattivi al posto della ghiaia.
Abbiate anche la pazienza e il buon gusto di capire che lo stato, qualsiasi stato nel mondo, non ha il dovere di offrivi un posto di lavoro. Non vi è dovuto. Lo stato deve creare le condizioni per darvi l’opportunità di studiare, lavorare, avere successo, anche di arricchirvi onestamente, ma sopratutto di essere liberi e felici. Troppi ignoranti e fannulloni pretendono che lo stato regali anche a loro -in aggiunta ai già tanti- un posto fisso immeritato, senza averne titoli, volontà, passione. Studiate. Non per il pezzo di carta. Non per il posto fisso. Non per il lavoro. Per non farvi prendere per il culo. Per sapere. Conoscere. Essere liberi e sapersi difendere. E saper difendere ciò che ritenete giusto. Per dissentire pubblicamente quando tutti intorno a voi, vorranno convincervi che la mafia, comunque, in fin dei conti, visto questo stato, “turandosi il naso la merda non puzza”, visto che “è tutto un magna magna”, tanto schifo non fa. E invece fa più di schifo. E’ putrida. E’ merda essiccata che non merita rispetto, non merita neanche di essere pestata, bruciata, sputata, guardata. Non merita di esistere.
A chi vi parla di onore con gergo mafioso, sghignazzategli in faccia. L’onore comporta coraggiosi oneri morali ed etici, chi si approfitta dell’ignoranza, della paura o debolezza altrui non è un leone ma una iena e non merita onore né rispetto. A voler eccedere in generosità, un mafioso merita meno di una pernacchia. Onorate gli impegni che assumete verso gli altri e verso voi stessi e portate onore e rispetto agli eroi vivi e morti che combattono la mafia e la criminalità.
Coltivate il senso critico e siate diffidenti nei confronti di chi non prende le distanze dalla mafia, di chi dice che non esiste, di chi dice qui non c’è mafia, di chi dice che i mafiosi sono eroi, di chi usa il gergo mafioso, velato e allusivo o rozzo e minaccioso, di chi mafiosamente usa l’antimafia, del lupo che dorme con l’agnello, di chi dice che la mafia non sparirà mai, o che è già sparita, che i gangsters si vedono solo nei film, che i boss sono uomini affascinanti o che anche i mafiosi sono vittime, che le donne di mafia sono coraggiose, che la “mafia non ha mai ucciso nessuno”, che le magliette… le pizzerie… i loghi… mafiosi sono solo un brand come un altro, di chi dice che questo è il sistema, questa è la vita, non c’è altra scelta, tutto il mondo è paese.
Viaggiate, scoprite il mondo coi vostri occhi, orecchie, dita, piedi, coi vostri sensi. Scoprirete presto che non è così. Che altri mondi migliori sono possibili, mondi senza mafia e senza tutta questa avida e rinsecchita montagna di merda, senza questa barocca, vetusta, luttuosa, cupa e cupoleggiante, opprimente mafiosa prigionia dell’animo, dei corpi e delle terre. Abbattete i muri a secco dell’ignoranza. Salpate sulla nave della conoscenza. Affrontate il vostro viaggio alla scoperta della libertà.
Voltate le spalle montagna di merda e volgete lo sguardo ad infiniti orizzonti di libertà.